Appunti di viaggio (Niuiòrc Niuiòrc)

Niuiòrc Niuiòrc nasce per caso e arriva, sempre meno per caso, alla sua forma attuale di spettacolo.
Sono andato “per caso” una quarantina di giorni a New York e ho scritto circa 200 pagine di appunti, racconti e ritratti della variegata umanità newyorkese. Poi, quasi per caso, ho frequentato un laboratorio di drammaturgia scenica e ho scelto di lavorare su questo materiale. In 7 mesi, rielaborando, cambiando, scrivendo e provando, un po’ per caso e un po’ seguendo le mie intuizioni e i fondamentali feedback dei colleghi e degli amici, ho trovato la storia che è la struttura portante dello spettacolo. Ed è una storia d’amore, una storia d’amore con una città, una storia d’amore divertente, tormentata e a lieto fine.
Riguardando il tutto, ho capito (sempre meno per caso e sempre più lucidamente) che
Niuiòrc Niuiòrc stava diventando una sorta di “biglietto da visita live” di quello che sono oggi, professionalmente e umanamente.
Ho attinto a tutto quello che ho imparato e vissuto: son tornati utili tutti i workshop di Metodo, per poter reagire con emozioni vere a situazioni e luoghi creati; gli anni di cabaret, per sintetizzare in pochi tratti le persone (non personaggi) che incontro; i laboratori di scrittura per la drammaturgia; il lavoro sulla voce per le caratterizzazioni; i trascorsi da dj e la mia abbondante “discoteca”, per scovare i giusti pezzi per la colonna sonora (fondamentale per definire ambienti e atmosfere, vista la scelta di operare un montaggio cinematografico e di non sfruttare l’aiuto di scenografie o proiezioni).
A quel punto come porre il tutto e come porsi al pubblico era chiaro: il protagonista non doveva assolutamente “recitare” e non poteva che essere un uomo (dichiaratamente un attore) che racconta e che vive (e fa vivere) al pubblico le sue avventure e i suoi cambiamenti, nel modo più semplice e sincero, senza alcuna distanza o distacco. Con il pubblico si crea un rapporto che diventa più stretto al termine dello spettacolo, per aver condiviso quelle immagini e quelle emozioni che mi appartengono in prima persona e che alla fine sono patrimonio comune di tutti coloro che insieme a me le hanno con- vissute.
Da qui l’idea – o meglio l’istinto – di arrivare a un contatto diretto e personale con gli spettatori, non tirandoli in ballo durante lo spettacolo, ma avvicinandoli in un momento successivo, fuori dal palco ma dentro il teatro, per chiacchierare, regalare spillette ricordo, raccogliere commenti, e chieder loro di contribuire a scrivere il ‘diario di bordo’ che accompagna il viaggio sempre in itinere di Niuiòrc Niuiòrc.